Quando apparve nel 1554, il "Lazarillo de Tormes" ebbe un enorme successo. Il romanzo offriva un'immagine inedita e veritiera della realtà spagnola, segnata da una crisi incipiente di impoverimento e di degrado. Il protagonista - un ragazzo di strada, costretto a vivere di espedienti sotto miserabili padroni - trova sul suo cammino una folla di diseredati, vagabondi, bricconi, mendicanti, avventurieri, per i quali la vita non è che quotidiana, rabbiosa difesa della sopravvivenza. Sullo sfondo, i paesaggi assolati della Spagna cinquecentesca, le strade sassose, i borghi, le chiese, le locande, gli interni oscuri coi loro poveri arredi e gli oggetti consunti. Lazarillo, piccolo Ulisse cencioso e scaltro, precocemente maturato, conosce la fame, il freddo, i maltrattamenti, la meschinità dei padroni, e infine approda a una modesta tranquillità materiale, conquistata a prezzo dell'onore. Scritto in uno stile rapido e colorito, il romanzo si impone come autentica novità, e segna l'avvio di quella letteratura picaresca destinata a costituire uno dei tratti distintivi della letteratura spagnola.
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilitàLa "Lettera di Aristea", scritta in greco da un ebreo di Alessandria d'Egitto, è il racconto immaginario dell'iniziativa del re Tolomeo Filadelfo di tradurre in greco la Bibbia per arricchire il prezioso patrimonio della biblioteca di Alessandria. Sotto la guida del sommo sacerdote Eleazar sei sapienti per tribù del popolo d'Israele, conoscitori delle Scritture e della cultura greca, vengono scelti come traduttori e inviati ad Alessandria; qui partecipano a banchetti organizzati in loro onore secondo gli usi ebraici, durante i quali hanno luogo lunghi colloqui con il re e la sua corte. La traduzione verrà letta pubblicamente e per tutto il popolo avrà un valore quasi sacrale. Testo greco a fronte.
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