• DA ESCHILO AI VIRGIN STEELE. IL MITO DEGLI ATRIDI NELLA MUSICA CONTEMPORANEA - LIVERANI ELENA
    DA ESCHILO AI VIRGIN STEELE. IL MITO DEGLI ATRIDI NELLA MUSICA CONTEMPORANEA di LIVERANI ELENA prezzo di copertina: €  28,00 Verifica Disponibilità

    in sintesi

    Questo lavoro di riflessione sulla ricezione della cultura antica, si occupa della rivisitazione del mito degli Atridi a opera di uno di questi autori, appartenenti a una delle subculture più bistrattate e meno riconosciute, vale a dire la musica metal. David DeFeis, questo è il suo nome, ha trasferito la materia mitica in ambito musicale, creando due concept-album interamente dedicati alla tragica vicenda della stirpe di Agamennone. Il suo pubblico di riferimento, composto in prevalenza da ragazzi di giovanissima età, molto esigente in termini di qualità e rispetto dei dettami di questo genere musicale, è rimasto affascinato dall'ottimo lavoro svolto, tanto da trasformarlo in un cult dell'epic metal. Attraverso lo studio attento dell'opera eschilea e l'analisi precisa di ogni passo scritto e musicato da DeFeis, il volume intende dimostrare che nel momento in cui si è dedicato alla sua versione dell'Orestea, DeFeis ha letto quanto fu scritto da Eschilo. Nella sua rilettura del testo eschileo, non ha sempre citato direttamente le parole del grande tragediografo, come ogni autore che scelga un modello ma voglia rimeditarlo in modo originale, ma piuttosto ha tradotto i frutti delle sue letture in una serie di brevi rimandi, che possono passare inosservati a un occhio non attento.


    dettagli del libro

    Titolo
    DA ESCHILO AI VIRGIN STEELE. IL MITO DEGLI ATRIDI NELLA MUSICA CONTEMPORANEA
    Autore
    LIVERANI ELENA
    Editore
    DUPRESS
    Collana
    NEMO. CONFRONTARSI CON L'ANTICO
    Data Pubblicazione
    1-2009
    ISBN
    978889545133
    Pagine
    176
    N. volumi
    1

    Recensioni

    Data
    13/11/17
    Autore
    Elena Liverani
    Fonte
    Bryn Mawr Classical Review
    Testo
    Nelle loro allucinazioni paraodissiache 1 i Coen Bros. ci ricordano come anche per il blues la triodos sia da sempre un luogo infernale e creativo, seminale da certi punti di vista: un incrocio di simboli e credenze che lega Robert Johnson ad Ecate o a Edipo, ai demoni della classicità e alla luciferina trasgressività della musica dei neri. E se il blues è stata la grande madre di tanta musica prima popolare, poi colta e infine di tendenza, l'heavy metal è stato ed è il suo figlio più impuro e perfetto. In quest'ottica il metal si scontorna come un'evoluzione stilistica importante del rock, soprattutto per la capacità di definirne le forme e di creare diramazioni ordinate di generi e sottogeneri che non farebbero invidia ad un canone letterario classico. Distillare, potenziare e ripulire il sound graffiato e sporco del blues e del rock 'n roll ha condotto il metal verso sonorità per certi versi più vicine ai fraseggi bachiani che ai tormenti musicali di Leadbelly o Howlin' Wolf, passando per la lezione imprescindibile degli Zeppelin, fino a fare del rock un'erma bifronte della cultura musicale popolare, con uno sguardo proiettato verso tradizioni e stili del passato e un altro gettato verso forme di trasgressione e rottura: How the West Was Won . 2 Il rock più evoluto e raffinato, anche a prescindere dall'heavy metal, non poteva dunque sfuggire ad un colloquio intenso con i miti e le atmosfere del mondo antico: oltre a classici come Tales of Brave Ulysses dei Cream (in Disraeli Gears , Reaction 1967), pensiamo ad episodi di rara intensità come Orestes dei Perfect Circle (in Mer de Noms , Virgin 2000) o alle raffinate riletture orfiche di David Sylvian ( Orpheus in Secrets of The Beehive , Virgin 1987) o di Nick Cave ( The Lyre of Orpheus , associato alle penombre di Abattoir Blues , Mute 2004). Sono però senza dubbio le atmosfere dure ed eroiche del metal e dei suoi sottogeneri a costituire il terreno più fertile per la scrittura di interessanti capitoli della storia della fortuna del mondo greco e latino nella musica contemporanea: che i tempi siano maturi perché anche la filologia classica vi presti attenzione è dimostrato dall'uscita di Da Eschilo ai Virgin Steele. Il mito degli Atridi nella musica contemporanea , Dupress, Bologna 2009, di Elena Liverani. Si tratta di un saggio su un doppio concept album di uno dei più celebri e longevi gruppi epic e power metal, i Virgin Steele appunto, costruito sul materiale eschileo relativo alla saga degli Atridi: The House of Atreus. Act I (T&T/Noise Records 1999) e The House of Atreus. Act II (T&T/Noise Records 2000). Il libro è rivolto soprattutto agli specialisti di antichità classica e, in particolar modo, a chi si occupa di fortuna dell'antico nel mondo moderno e contemporaneo. L'autrice, consapevole di addentrarsi in un terreno quasi vergine, comincia, molto opportunamente, con un capitolo in cui illustra la storia dei Virgin Steele e prende in esame la loro produzione discografica, fornendo anche